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Counseling Day 2023


 
La denuncia del numero uno del Colap sul recepimento della direttiva Qualifiche. Un percorso a ostacoli e per giunta in salita per il dlgs 206/2007 di attuazione della direttiva Qualifiche. Son passati più di due anni dall´invio della documentazione al Guardasigilli da parte dei senz'albo e continua il silenzio dal ministero di giustizia. A Giuseppe Lupoi, numero uno del Colap abbiamo rivolto una serie di domande.

Presidente Lupoi, il decreto di recepimento della direttiva qualifiche e il registro delle associazioni professionali previsto dall´art. 26 sono finiti nel dimenticatoio?
La situazione è in completo stallo. Mi rammarica molto doverlo constatare, soprattutto in un momento storico come questo in cui i nostri professionisti sono stati colpiti a pieno dall´onda della crisi e con grande fatica stanno tentando di superarla mettendo in campo le loro competenze e il loro spirito di innovazione. Un atto di coraggio da parte delle nostre istituzioni politiche risulterebbe certamente di buon auspicio e di supporto a questo percorso difficile.

Come si spiega un ritardo così incredibile?
Il ritardo ricalca esattamente quanto accaduto in passato. Proposte di legge parcheggiate nelle commissioni di camera e senato, infinite audizioni sul tema della riforma delle professioni, tentativi di riordino delle professioni volte ad accrescere gli spazi di riserva, rallentamenti e attività lobbistica di alcuni soggetti ordinisti sono tutti film già visti. E questo ci mostra come a fronte di tante belle parole nessuno si spenda davvero a favore delle professioni confermando lo spirito conservatore, tradizionalista e statico di questo paese. Innovazione, ammodernamento, flessibilità, tutela del cittadino non dovrebbero essere soltanto degli spot elettorali ma dovrebbero essere alla base di un processi di crescita che ci consenta davvero di uscire da questo ingiustificato e 'cronico' ritardo.

Avete avuti dei contatti con il ministero della giustizia per comprendere cosa sta succedendo?
Sappiamo che il primo gruppo di associazioni del Colap (circa una decina) ha ottenuto il parere da parte del Cnel e sono state inviate al ministero per l´emanazione del decreto. Funzionari del ministero ci hanno assicurati che si stanno muovendo per adempiere a tutti gli obblighi legislativi e stanno definendo la procedura da adottare per questa fase finale di applicazione del decreto. Un altro gruppo di associazioni hanno completato la fase istruttoria al Cnel e sono in attesa dell´espressione del parere. Poi ci sono alcune associazioni per le quali il Cnel ha chiesto un incontro con Il ministero della salute che sono parcheggiate presso il Consiglio nazionale del lavoro già da alcuni mesi e sono quelle afferenti le discipline bionaturali. Un blocco che a nostro parere è ingiustificato. Queste associazioni hanno provveduto a inviare una nota al Cnel per sottolineare come il loro errato accostamento alle professioni sanitarie e parasanitarie e la richiesta di un incontro con funzionari del ministero della salute sia fuorviante e in antitesi con tutte le iniziative legislative e le sentenze esistenti sulla materia dalle quali si evince come queste discipline non abbiamo alcuna finalità terapeutica e siano fuori dalle professioni sanitarie. Lasciare che il ministero della salute dia indicazioni su ambiti professionali che non sono di sua competenza è sbagliato e privo di alcun valore nella valutazione delle associazioni in esame.

In questa legislatura sembra che non interessi a nessuno il problema della regolamentazione delle attività dei professionisti senza albo. Secondo lei come mai?
Le proposte di riforma delle professioni depositate agli atti di questa legislatura si affannano a regolamentare le professioni ordinistiche, con grande attenzione a non cambiare nulla di sostanziale. Solo marginalmente le proposte si occupano di sciogliere il nodo gordiano del vero rinnovamento: quello dell´ introduzione nel sistema delle professioni del metodo accreditatorio delle competenze (tipico delle associazioni), accanto a quello autorizzatorio (tipico degli ordini), così da creare un sistema duale e sinergico, che prenda il meglio dai due. Fin quando si continuerà a ragionare tirando l´acqua al proprio mulino e pensando soltanto a far sempre più grande e bello il proprio orticello ci troveremo a parlare ad un soggetto che non vuole ascoltare. Ma quel che mi meraviglia è che se davvero quello che sta a cuore è la tutela del cittadino e la garanzia di offrire servizi di qualità il tentativo di osteggiare un sistema che va proprio in questa direzione non ha alcun senso. Il sistema duale e sinergico è proprio questo: un sistema a tutela del cittadino, composto da ordini professionali che vigilano su quelle attività che la legge ha riservato ai soli iscritti e dalle associazioni professionali che rappresentano professionisti di qualità, soggetti che nell´esercizio di una libera professione sono sottoposti ad un controllo all´accesso e nel corso del loro vita professionale proprio per garantire la massima qualità e competenza.

Perchè non c´è il coraggio di cambiare le cose? Forse perché, tutto sommato, vanno bene così?
Promuovere il cambiamento è divenuto un atto eroico. Ma una politica che non promuove il cambiamento non è una buona politica. E non è buona politica quella che recepisce direttive comunitarie innovative come la direttiva qualifiche e la direttiva servizi per la piena circolazione dei professionisti europei (quindi anche in Italia), senza provvedere a dotare il professionista associativo italiano degli strumenti normativi che consentano anche a lui di circolare in Europa ed usufruire dei vantaggi di un sistema libero e concorrenziale. Machiavelli ammonisce i governanti a non impegnarsi a creare nuovi sistemi in quanto 'per colui che li propone ciò produce l´inimicizia di coloro i quali hanno profitto a preservare l´antico e soltanto tiepidi sostenitori in coloro che sarebbero avvantaggiati dal nuovo'. Sembra che 500 anni di storia non abbiano cambiato la sensibilità dei nostri governanti e che nulla si sia fatto per promuovere il cambiamento, quello vero, quello che parte dai cittadini per arrivare ai cittadini.

Quali sono i settori delle associazioni che meriterebbero una soluzione urgente?
Fare distinzioni non avrebbe senso. Tutte le associazioni professionali in possesso di determinati requisiti hanno il diritto di essere riconosciute. Certo è che da sempre esistono dei settori che più di tutti hanno subito l´attacco da parte di quei soggetti ordinisti che in virtù di un esame di stato e l´iscrizione a un albo si son sempre sentiti unici detentori del sapere. Riconoscere le associazioni professionali che rappresentano queste professionalità è certamente urgente e rappresenterebbe davvero il segnale di un cambiamento che non si può più arrestare.

titolo: Direttiva qualifiche: silenzio dal Ministero
autore/curatore: Vito Mastrococco
fonte: Italia Oggi
data di pubblicazione: 11/03/2010
tags: giuseppe lupoi

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